A partire dal mese di aprile 2020 è entrata in vigore la nuova norma sui guanti di protezione contro il calore EN 407:2020, evoluzione della precedente EN 407:2004.

La normativa EN 407 è la norma principale per quanto riguarda tutti i guanti antinfortunistici creati per dare protezione contro calore da contatto e fiamme.

Cosa cambia nella norma EN 407:2020?

Se infatti un guanto non viene sottoposto al test di comportamento al fuoco (A) o non raggiunge il livello 1, la nuova norma specifica l’utilizzo del seguente pittogramma. Ricordiamo i testi eseguiti per questa normativa:

(A) Comportamento al fuoco; (B) Calore da contatto; (C) Calore convettivo; (D) Calore radiante; (E) Piccole gocce di metallo fuso; (F) Grandi quantità di metallo fuso.

pittogramma EN407

La EN 407:2020 entrata pienamente in vigore dal 1° aprile 2020

Tutti i guanti di protezione già certificati secondo la EN 407:2004 non devono essere immediatamente ricertificati con i nuovi test, la norma precedente resterà ancora valida fino alla scadenza naturale della certificazione in corso. Al contrario, i nuovi guanti immessi sul mercato dovranno essere certificati secondo la nuova EN 407:2020, unitamente alla nuova UNI EN ISO 21420 che definisce i requisiti generali dei guanti di protezione e i relativi procedimenti di prova per la progettazione e fabbricazione.

Per ricevere la documentazione “Guanti di protezione contro il calore – EN407:2020” relativa ai dettagli della nuova norma EN407:2020, scrivere una e-mail a info@lanzigroup.com/workwear


Negli ultimi anni sentiamo spesso parlare di guanti monouso e sicuramente per qualche motivo ci siamo ritrovati a indossarne un paio. Ma quando si parla di guanti monouso le tante varietà disponibili sul mercato possono indurre in confusione, soprattutto se consideriamo i diversi modelli realizzati per i numerosi settori professionali e industriali.

I guanti monouso, o più comunemente chiamati usa e getta, rientrano nella categoria dei Guanti di Protezione Chimica e si suddividono nelle seguenti tipologie a seconda del materiale con il quale vengono realizzati:

Le origini dei guanti monouso

I guanti monouso, come li conosciamo noi oggi, nascono nel 1964, grazie a una storica azienda che aveva tratto spunto dalle tecniche di produzione dei condom per la loro realizzazione.

Dobbiamo tornare indietro di quasi cento anni per ritrovare le origini dei primi guanti chirurgici della storia, nati per proteggere le mani di una capo infermiera, Miss Caroline Hampton, presso la sala operatoria del Johns Hopkins Hospital di Baltimora, nel 1889.

Alla fine dello stesso secolo l’infermiera, a causa di una forte dermatite dovuta all’uso dei derivati fenolici per la disinfezione delle mani in sala operatoria, comunicò al capo chirurgo l’intenzione di abbandonare quel lavoro per il quale aveva dimostrato grande passione e competenza.

Il Dottore pensava che la Hampton fosse indispensabile e chiese alla Goodyear Rubber Company di produrre un paio di guanti su misura per la sua capo infermiera. Fu così che la Hampton rimase a lavorare in sala operatoria e dopo qualche mese anche gli assistenti medici cominciarono a indossare i guanti di gomma.

I materiali utilizzati per i guanti monouso

A fare la differenza fra i guanti monouso è il materiale utilizzato, il quale determina l’impiego specifico di ciascuna tipologia di guanti usa e getta esistenti in commercio.

La presenza di talco o polvere agisce da lubrificante per facilitare la calzata. La polvere è costituita da amido di mais, bioassorbibile dal derma, OGM free; difatti, non contenendo glutine, i guanti monouso con polvere possono essere utilizzati anche nella lavorazione di pasti per celiaci.

Ultimamente si utilizzano guanti monouso senza polveri per ridurre il rischio di reazioni allergiche: esistono infatti particolari lavorazioni, tipo la clorinatura e la polimerizzazione, che agevolano la calzata del guanto monouso anche in assenza di polvere.

Vinile

Vengono realizzati con materie prime sintetiche come il PVC (Poli Vinyl Cloruro – cloruro di polivinile). L’aggiunta dei plasticizzanti consente di godere di malleabilità, modellabilità, morbidezza ed elasticità. La loro diffusione è ampia negli ospedali per ragioni economiche, pur avendo una sensibilità e una resistenza minore rispetto a quelli in nitrile.

Nitrile

Sono la scelta migliore per elasticità, resistenza meccanica e chimica, sensibilità ed ergonomia. Queste proprietà, nonostante si tratti di prodotti monouso, sono garantite dall’impiego del nitrile (AcriloNitrile e Butadine), materiale ideale per chi manipola alimenti (tranne quelli alcolici) o necessita di massima protezione lavorando a contatto con sostanze chimiche e/o fluidi corporei.

Lattice naturale e lattice di gomma

I guanti monouso prodotti con lattice naturale (proveniente dall’albero della gomma) vantano una maggiore resistenza a perforazioni e strappi. Sono biodegradabili e assicurano un elevato livello di sensibilità, elasticità e impermeabilità.

I guanti in lattice di gomma vengono spesso utilizzati da dentisti e medici per la propria elasticità (anche a basse temperature), dato che non esiste attualmente un materiale più elastico (la gomma isolata dal lattice assume istantaneamente la forma della mano inserita ma, nonostante la pressione o l'allungamento, riassume la forma originale).

Polietilene

Conformi a tutti i requisiti di adeguatezza alle normative della Comunità Europea in materia di sicurezza alimentare. I guanti in polietilene sono usati principalmente per proteggere le mani e gli oggetti manipolati dallo sporco. Sono talmente pratici da essere perfetti anche per un uso casalingo e non solo professionale. Proteggono la pelle, garantiscono igiene e assicurano una grande sensibilità tattile.

Neoprene

Sono consigliati per qualsiasi condizione di impiego. Le proprietà di resistenza, elasticità e comfort ne suggeriscono infatti l’utilizzo nei più vari campi di applicazione, rappresentando un’eccellente protezione contro le sostanze chimiche (detergenti, acidi, sostanze alcoliche e grasse o oleose). Garantiscono un’ottima sensibilità e un minor affaticamento della mano, risultando confortevoli anche dopo un lungo utilizzo.

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L'elettricità statica è l'accumulo superficiale e localizzato di cariche elettriche su di un corpo composto da materiale isolante. L’accumulazione elettrica può essere pericolosa sia per il danneggiamento di apparecchiature elettroniche che per i rischi di infiammabilità ed esplosione in ambienti ATEX. La norma EN 16350 fornisce requisiti aggiuntivi per la protezione del prodotto e della persona.

Accumuli di elettricità statica si possono creare attraverso lo strofinio che, quando la carica rimane localizzata, può generare un campo elettrico e quindi il tipico effetto “scossa”. Questo fenomeno è particolarmente accentuato in giornate secche, perché l'umidità è un ottimo conduttore che permette alle cariche di disperdersi prima di creare un potenziale elettrico sensibile.

ATEX

Con l’acronimo ATEX (ATmosphere EXplosive) si identificano quelle aree che presentano un’atmosfera esplosiva, ovvero una atmosfera che è miscela di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o combustibili in stato pulverulento con aria o comburente, in determinate condizioni atmosferiche nelle quali, con l’innesco, la combustione si propaga alla miscela infiammabile.

Area EPA

Con l’acronimo EPA (Electrostatic Protected Area) si identifica una zona circoscritta e ben segnalata, che può comprendere un reparto, un magazzino oppure una postazione di lavoro singola, in cui vengono minimizzati i rischi di danno ai dispositivi sensibili alle cariche elettrostatiche.

L’accumulazione elettrostatica può essere evitata grazie all’utilizzo di un equipaggiamento conduttivo che permetta di scaricare l’elettricità statica accumulata, a condizione che la catena di “messa a terra” (guanti/abbigliamento/altri DPI/scarpe/suolo) sia rispettata. Questo equipaggiamento deve includere anche i guanti di protezione.

Norma EN 16350

La norma EN 16350 fornisce requisiti aggiuntivi per i guanti di protezione che sono indossati in aree in cui esistono o potrebbero essere presenti zone infiammabili o esplosive. Essa specifica un metodo di prova e requisiti per le prestazioni, la marcatura e le informazioni per minimizzare i rischi di esplosione.

Solamente la Norma EN 16350 è valida per i guanti con proprietà elettrostatiche. I guanti testati secondo questa norma, possono essere utilizzati in maniera efficace anche negli ambienti EPA come guanti di protezione del prodotto.

La norma EN 16350 stabilisce che ogni materiale presente nel guanto deve avere una resistenza verticale inferiore a R < 1.0 x 108 Ω, per l’utilizzo in ambienti esplosivi in cui la norma EN 1149 potrebbe risultare non sempre appropriata.

Per avere ulteriori approfondimenti sulla Norma EN 16350 manda una e-mail a marketing@lanzigroup.com/workwear


A partire dal mese di febbraio è entrata in vigore la nuova norma sui guanti di protezione EN ISO 21420:2020 che sostituisce la precedente EN 420:2003:2009 (valida fino al 30 settembre 2020).

Requisiti dei guanti di protezione

La norma definisce i requisiti generali dei guanti di protezione (innocuità, comfort, marcatura e informazioni fornite dal fabbricante) e i corrispondenti procedimenti di prova per la progettazione e la fabbricazione. Rispetto alla precedente EN 420:2003, porta i seguenti aggiornamenti:

Cosa significa il passaggio da EN a EN ISO?

L’acronimo EN ISO ha il seguente significato:

È quindi importante sottolineare il carattere universale di tale documento, che si pone nell’ottica di uniformare in un unico testo la normativa europea e quella internazionale-anglosassone.

La EN ISO 21420:2020 entra pienamente in vigore il 1° ottobre 2020

Tutti i guanti di protezione già certificati secondo la EN 420:2003+A1:2009 non devono essere immediatamente ritestati in quanto la vecchia norma resterà ancora valida fino alla scadenza naturale della certificazione in corso. Per contro, i nuovi guanti immessi sul mercato dovranno essere certificati secondo la nuova UNI EN ISO 21420:2020 a partire dal 1° ottobre 2020.

Per ricevere la documentazione “Guanti di protezione: requisiti generali e metodi di prova – EN ISO 21420:2020” relativa ai dettagli della nuova norma UNI EN ISO 21420, scrivere una e-mail a marketing@lanzigroup.com/workwear