Lockout/tagout di Brady soluzioni per la messa in sicurezza degli impianti

lanzi brady lockout tagout

Brady è produttore internazionale di soluzioni di lockout/tagout, parte essenziale di qualunque programma di riduzione degli infortuni sul luogo di lavoro, uno strumento sempre più diffuso per la messa in sicurezza degli impianti consentendo di effettuare interventi in sicurezza isolando il macchinario dalle sue fonti di energia.

Come rivenditori autorizzati del marchio Brady, condividiamo la Guida di lockout/tagout per accompagnare le aziende lungo la strada verso la massima sicurezza negli ambienti di lavoro. La guida approfondisce l’attuazione delle procedure di sicurezza, denominate lockout/tagout, in grado di dare risposta alle seguenti domande:

  • Che cosa implica un programma di lockout/tagout attuato in maniera corretta?
  • Quali sono le procedure e gli strumenti a disposizione?
  • Quali sono le disposizioni di legge?

Che cosa si intende per lockout/tagout

Il lockout/tagout è una pratica di sicurezza importante che comporta la disattivazione dei circuiti elettrici, la chiusura delle valvole, la neutralizzazione delle temperature estreme e la messa in sicurezza delle parti in movimento in modo che non venga reintrodotta energia pericolosa mentre si eseguono interventi su un macchinario. Così facendo, il personale di manutenzione può assolvere le proprie mansioni nella massima sicurezza possibile mantenendo l’azienda efficiente.

I vantaggi del lockout/tagout

I programmi di lockout/tagout più riusciti sono quelli elaborati pensando alla sicurezza nel suo complesso, il che rende necessaria la certezza che nel progetto di lockout/tagout rientrino la formazione del personale, le procedure istruttive, i giusti prodotti e un costante impegno di miglioramento. Attraverso la Guida di lockout/tagout sarà possibile ottenere grandi vantaggi all’interno dell’organizzazione.

Il lockout/tagout di Brady in 6 fasi

Il modo migliore per cominciare consiste nello stabilire i 6 elementi essenziali della sicurezza ottenuta con una procedura di lockout/tagout e successivamente utilizzare questa base per migliorare il programma.

In generale, un programma di lockout/tagout prevede la creazione, il mantenimento e l’aggiornamento di procedure specifiche per ogni macchinario, l’identificazione dei punti di controllo dell’energia, la definizione di elenchi e gerarchie di attrezzature, la formazione e la pianificazione. Affinché questi compiti restino gestibili, suddividiamoli in 6 elementi chiave.

Elementi chiave e strumenti del lockout/tagout di Brady

  1. Creazione di una politica di lockout/tagout
  2. Elaborazione di procedure specifiche per ogni macchinario
  3. Identificazione dei punti di controllo dell’energia
  4. Formazione
  5. Messa a disposizione degli strumenti di lockout/tagout corretti
  6. Sostenibilità (miglioramento continuo)

Sono 7 gli strumenti di lockout/tagout che aiutano ad attuare rapidamente la politica di lockout/tagout dell’azienda e le procedure specifiche per ogni macchinario nei vari reparti:

  • Servizi
  • Software
  • Dispositivi
  • Lucchetti
  • Targhette
  • Accessori
  • Stampanti di identificazione

Leggi e regolamenti

Le procedure di lockout/tagout permettono di eseguire interventi sui macchinari con maggiore sicurezza e possono contribuire a rendere l’azienda conforme alle norme. La Guida di lockout/tagout riporta anche le normative applicabili in cui si citano esplicitamente le procedure di lockout/tagout o si fa riferimento all’isolamento o alla neutralizzazione di un macchinario durante gli interventi.

Per scaricare l’estratto della Guida di lockout/tagout di Brady, compila il seguente form.







    Guanti monouso: origini e suddivisione in tipologie

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    Negli ultimi anni sentiamo spesso parlare di guanti monouso e sicuramente per qualche motivo ci siamo ritrovati a indossarne un paio. Ma quando si parla di guanti monouso le tante varietà disponibili sul mercato possono indurre in confusione, soprattutto se consideriamo i diversi modelli realizzati per i numerosi settori professionali e industriali.

    I guanti monouso, o più comunemente chiamati usa e getta, rientrano nella categoria dei Guanti di Protezione Chimica e si suddividono nelle seguenti tipologie a seconda del materiale con il quale vengono realizzati:

    • Vinile, ideali per settore cosmetico, farmaceutico e arti grafiche.
    • Nitrile, consigliati per settore alimentare, industria chimica, officine meccaniche e carrozzerie.
    • Lattice, consigliati per lavori nel settore medicale e imprese di pulizia.
    • Polietilene, che risultano ideali nel settore cosmetico, ortofrutticolo, medicale e casalingo.
    • Neoprene, consigliati nel settore medico, alimentare, di pulizia e igiene.

    Le origini dei guanti monouso

    I guanti monouso, come li conosciamo noi oggi, nascono nel 1964, grazie a una storica azienda che aveva tratto spunto dalle tecniche di produzione dei condom per la loro realizzazione.

    Dobbiamo tornare indietro di quasi cento anni per ritrovare le origini dei primi guanti chirurgici della storia, nati per proteggere le mani di una capo infermiera, Miss Caroline Hampton, presso la sala operatoria del Johns Hopkins Hospital di Baltimora, nel 1889.

    Alla fine dello stesso secolo l’infermiera, a causa di una forte dermatite dovuta all’uso dei derivati fenolici per la disinfezione delle mani in sala operatoria, comunicò al capo chirurgo l’intenzione di abbandonare quel lavoro per il quale aveva dimostrato grande passione e competenza.

    Il Dottore pensava che la Hampton fosse indispensabile e chiese alla Goodyear Rubber Company di produrre un paio di guanti su misura per la sua capo infermiera. Fu così che la Hampton rimase a lavorare in sala operatoria e dopo qualche mese anche gli assistenti medici cominciarono a indossare i guanti di gomma.

    I materiali utilizzati per i guanti monouso

    A fare la differenza fra i guanti monouso è il materiale utilizzato, il quale determina l’impiego specifico di ciascuna tipologia di guanti usa e getta esistenti in commercio.

    La presenza di talco o polvere agisce da lubrificante per facilitare la calzata. La polvere è costituita da amido di mais, bioassorbibile dal derma, OGM free; difatti, non contenendo glutine, i guanti monouso con polvere possono essere utilizzati anche nella lavorazione di pasti per celiaci.

    Ultimamente si utilizzano guanti monouso senza polveri per ridurre il rischio di reazioni allergiche: esistono infatti particolari lavorazioni, tipo la clorinatura e la polimerizzazione, che agevolano la calzata del guanto monouso anche in assenza di polvere.

    Vinile

    Vengono realizzati con materie prime sintetiche come il PVC (Poli Vinyl Cloruro – cloruro di polivinile). L’aggiunta dei plasticizzanti consente di godere di malleabilità, modellabilità, morbidezza ed elasticità. La loro diffusione è ampia negli ospedali per ragioni economiche, pur avendo una sensibilità e una resistenza minore rispetto a quelli in nitrile.

    Nitrile

    Sono la scelta migliore per elasticità, resistenza meccanica e chimica, sensibilità ed ergonomia. Queste proprietà, nonostante si tratti di prodotti monouso, sono garantite dall’impiego del nitrile (AcriloNitrile e Butadine), materiale ideale per chi manipola alimenti (tranne quelli alcolici) o necessita di massima protezione lavorando a contatto con sostanze chimiche e/o fluidi corporei.

    Lattice naturale e lattice di gomma

    I guanti monouso prodotti con lattice naturale (proveniente dall’albero della gomma) vantano una maggiore resistenza a perforazioni e strappi. Sono biodegradabili e assicurano un elevato livello di sensibilità, elasticità e impermeabilità.

    I guanti in lattice di gomma vengono spesso utilizzati da dentisti e medici per la propria elasticità (anche a basse temperature), dato che non esiste attualmente un materiale più elastico (la gomma isolata dal lattice assume istantaneamente la forma della mano inserita ma, nonostante la pressione o l’allungamento, riassume la forma originale).

    Polietilene

    Conformi a tutti i requisiti di adeguatezza alle normative della Comunità Europea in materia di sicurezza alimentare. I guanti in polietilene sono usati principalmente per proteggere le mani e gli oggetti manipolati dallo sporco. Sono talmente pratici da essere perfetti anche per un uso casalingo e non solo professionale. Proteggono la pelle, garantiscono igiene e assicurano una grande sensibilità tattile.

    Neoprene

    Sono consigliati per qualsiasi condizione di impiego. Le proprietà di resistenza, elasticità e comfort ne suggeriscono infatti l’utilizzo nei più vari campi di applicazione, rappresentando un’eccellente protezione contro le sostanze chimiche (detergenti, acidi, sostanze alcoliche e grasse o oleose). Garantiscono un’ottima sensibilità e un minor affaticamento della mano, risultando confortevoli anche dopo un lungo utilizzo.

    Per ricevere maggiori informazioni scrivere a info@lanzigroup.com